L'adolescente
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Ugo Guidi - Dall'Accademia al successo

Nel 1940 Ugo Guidi, all'età di ventotto anni, sposò Giuliana Iacometti, che diede allo scultore due figli: Vittorio nel 1944 e Fabrizio nel 1952. Il matrimonio e la nascita dei due figli furono eventi centrali non solo per la vita dello scultore, ma anche per la sua produzione artistica: ancora una volta la donna diventava protagonista, assumendo un ruolo importante sia per il suo sostegno all'uomo sia per la sua funzione di madre. Giuliana, la donna più importante per Ugo Guidi, aveva un carattere del tutto diverso dallo scultore. Quanto era schivo, mite e introverso l'artista, a causa dei suoi infelici trascorsi biografici, tanto era esuberante e vivace la moglie: tuttavia Giuliana era una donna molto intelligente e cercò sempre di sostenere e di incoraggiare il lavoro del marito, tanto che si occupò lei di gestire il ménage familiare per poter lasciare allo scultore totale libertà nel suo lavoro. Nel frattempo, Guidi iniziò a partecipare a premi di scultura di livello nazionale: nel 1943 fu a Verona e nel 1948 partecipò al Gran Premio Internazionale di Forte dei Marmi.Ugo Guidi
Nel 1948, dopo essere stato a lungo assistente di Dazzi all'Accademia, Guidi partecipò a un concorso per ottenere una cattedra di scultura tutta sua. Lo vinse, ma avrebbe dovuto andare a insegnare a Palermo: preferì rimanere all'Accademia di Carrara ancora come assistente e insegnò fino al 1976, un anno prima della morte. L'Accademia di Belle Arti di Carrara rappresentò sempre per Guidi uno dei punti più importanti per la sua arte: fu all'Accademia che lo scultore si formò, imparando a rappresentare la realtà, e fu all'Accademia che poté trasmettere le sue conoscenze a numerosi studenti desiderosi di imparare il mestiere di scultore e di ottenere un'alta formazione.
Nel frattempo continuava la sua attività, e nel 1956, dopo aver stretto, due anni prima, una solida amicizia con Ottone Rosai, il noto e chiacchierato pittore futurista fiorentino, e con Piero Santi, grandissimo amico di Rosai, riuscì a esporre per la prima volta le sue opere in una mostra personale. La mostra si tenne a Firenze, nella Galleria "La Strozzina" e fu presentata proprio da Piero Santi che elogiò la produzione di Ugo Guidi: lo scultore espose nella mostra fiorentina tutte le opere che aveva prodotto fino al 1956, comprese quelle della gioventù. La mostra della Strozzina aprì quindi per Guidi un crescendo di successi e di approvazioni da parte della critica nazionale più attenta, e ciò lo porto a organizzare numerose altre mostre in giro per l'Italia, sempre stimolato dagli amici che andava via via conoscendo grazie alla sua attività. Sempre nel 1956 tenne un'altra mostra personale a Roma, mentre nel 1960 fu a Firenze, con la sua prima mostra alla galleria "L'Indiano" presentata da Umberto Baldini, uno dei critici d'arte che più apprezzarono la sua opera. La mostra del 1960 fu molto importante perché da lì in poi la galleria "L'Indiano" diventò il principale punto di riferimento dell'artista, che decise di esporre qui le sue opere in anteprima nazionale. Dal 1960 fino al 1977 l'artista passò sempre da Firenze per far conoscere la sua produzione, tanto che nel 1965 decise anche, insieme al suo amico pittore Arturo Puliti, di affittare uno studio nella città sull'Arno, in via Varlungo, salvo poi tornare in Versilia l'anno successivo: l'alluvione del 1966 infatti distrusse gran parte della sua produzione conservata nello studio di Firenze.
Fu un ritorno quasi "obbligato", perché da nessun'altra parte Guidi trovò un ambiente favorevole alle sue ricerche artistiche come la casa-giardino di Vittoria Apuana, a pochi metri dal mare. Era questa una casa tranquilla, immersa nella tranquillità e nella serenità, e qui, tra pini e blocchi di marmo, vicino alle rive del Tirreno, prendevano vita tutte le creazioni di Guidi. La casa diventò anche luogo di frequentazioni colte. Durante la sua carriera infatti Ugo Guidi conobbe moltissime personalità dell'arte e della letteratura di metà Novecento. Ardengo Soffici, per esempio, che non solo presentò alcune sue mostre, ma diventò uno dei suoi amici più intimi. Ma anche altri come Achille Funi, che dedicò molti disegni a Guidi, Alfonso Gatto, il celebre poeta, Giuseppe Migneco, Mino Maccari, Ernesto Treccani, Magda De Grada, Carlo Carrà, Raffaele Carrieri, Antonio Bueno e molti altri ancora.


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